“Il problema era quello di affrontare la questione della monumentalità di fronte a una città che aveva una solidità storica molto forte, e di pensare, allo stesso tempo, a come occuparsi di quella parte di città. Per noi il grande problema è sempre stato non tanto quello di un monumento singolo, quanto di un nuovo insieme di città possibile, che doveva utilizzare proprio quella posizione e quell’ articolarità per avere e ricevere cambiamenti e fasi diverse tra di loro al proprio interno. Abbiamo avuto molti approcci, anche diversi, perché esiste un rapporto con la piazza monumentale e con la chiesa, e un rapporto, invece, con la parte in salita, diciamo quella verso il mare ad esempio, che aveva un carattere molto diverso. Erano tutti elementi che permettevano un’articolazione, la difficoltà è stata quella di dare unità a questa articolazione.” Vittorio Gregotti
Il percorso pedonale principale del Centro Culturale di Belem è caratterizzato dal ritmo della sequenza di spazi differenziati attraversati e dagli scorci laterali sulle strade di servizio che lo intersecano. Il fronte principale a est si conforma dimensionalmente al Convento de Los Jeronimos, in questo edificio si trovano infatti, divisi in tre blocchi, il Consiglio della Cee, le sale riunioni, tutte le strutture di servizio necessarie, il grande auditorium, un teatro lirico da 1500 posti e un centro per esposizioni. Il percorso pedonale trova nella grande piazza pubblica del Museo il fulcro dell’intervento. Spazi espositivi per mostre temporanee (8000 m²) si trovano al di sotto della piazza mentre le sale del museo permanente sono collocate negli edifici che la perimetrano. Le terrazze giardino, affacciate sul fiume e sulla città, ospitano le esposizioni all’aperto. La progettazione illuminotecnica viene affidata all’architetto Piero Castiglioni che si occupa sia di illuminazione interni che illuminazione esterni. Vittorio Gregotti chiede molteplici consulenze di lighting design all’architetto Piero Castiglioni. Tra le collaborazioni ne citiamo alcune come il Teatro degli Arcimboldi a Milano, la Sala degli spettacoli di Pays d’Aix, la Sala Napoleonica per l’Accademia di Brera.
Team members:
Gregotti Architetti Associati, Manuel Salgado Architetti
Foto courtesy:
Piero Castiglioni
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Museo d'Orsay, l'architettura diventa un grande dispositivo di illuminazione, i riflessi delle lampade su pareti e soffitti creano una luce uniforme senza ombre. Gruppi di proiettori a Palazzo Grassi ricordano un piccolo campo da calcio. Qui nasce un nuovo tipo di dispositivo di illuminazione, lampade con riflettore e supporto articolato danno vita al "Cestello". Spas Na Krovi è il perfezionamento del progetto di Mantova. L'aggregazione dei fasci di luce consente la riduzione delle dimensioni del dispositivo e il controllo di dispersione della luce.