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Autoritratto di Franco Albini

I Grandi Maestri | Franco Albini

Franco Albini (autoritratto)

“Aria e luce sono i materiali da costruzione” Franco Albini

La fondazione Franco Albi lo descrive così “Uomo silenzioso, rigoroso, ironico, Albini lavora incessantemente, sorretto da un codice morale che lo accompagna nel corso di tutta la sua carriera. Crede fermamente nel ruolo sociale dell’architetto come professione a servizio della gente. Lo considera la ragione stessa della sua esistenza”. (1)
Nato nel 1905 fa parte di quel gruppo di giovani architetti che vedono l’architettura come missione per costruire la città del futuro. Come ricorda Vico Magistretti “Noi ragazzini eravamo a discutere alla pari con i grandi del Movimento Moderno a Milano come, Lingeri, Gardella, Albini, con una Milano che scoppiava di energia”. Il rapporto architettura e design, con il suo procedere metodico su ogni pezzo, porta così la precisione del design nell’architettura. “Partire dal dettaglio e farlo diventare l’idea dell’insieme” Marco Albini. Vittorio Gregotti afferma che Albini gli ha insegnato che la parola semplice è una cosa molto complicata. Renzo Piano lo descrive con le parole “scuola di pazienza”, una “scuola di silenzi”.

Franco Albini e Franca Helg in fase di progettazione(Franco Albini – Franca Helg – Photo courtesy: Pinterest)

Consegue la laurea in Architettura al Politecnico di Milano, nel 1929. Inizia l’attività professionale nello studio di Gio Ponti ed Emilio Lancia, con i quali collabora per tre anni. Si occupa di edilizia popolare partecipando al concorso per il quartiere Baracca a San Siro nel 1932. In quegli anni Albini lavora alla sua prima villa (Pestarini), che Giuseppe Pagano, architetto e critico dell’epoca, presenta così: “Questa coerenza, che la retorica superficiale dei giocolieri alla moda chiama intransigenza, e che è invece la base di intesa tra la fantasia dell’arte e la realtà del mestiere, in Franco Albini, è talmente radicata da trasformare la teoria in atteggiamento morale”. Ma è soprattutto nel contesto delle mostre che sperimenta il compromesso tra quel “rigore e fantasia poetica” di cui parla Pagano, coniando gli elementi che saranno tema ricorrente in tutte le declinazioni del suo lavoro – architetture, interni, pezzi di design. Albini è un progettista completo, la cui opera spazia dall’edilizia al design, dagli allestimenti all’urbanistica. Dal 1949, affianca alla professione di architetto, l’insegnamento universitario a Venezia, Torino e Milano. Dai prima anni Cinquanta Franco Albini collabora con Franca Helg. La “Gran Dama dell’Architettura” è tra le prime personalità femminili, che progettano, creano e innovano i modi di abitare. Una figura importante dell’architettura del Novecento che riesce a imporsi con autorevolezza, determinazione ed eleganza in un contesto professionale prettamente maschile. (2) Come testimonia l’esperienza di Cini Boeri, un articolo di Vogue racconta che le parole dell’architetto Giuseppe de Finetti tentano di scoraggiarla. Albini è un celebre interprete della corrente razionalista, un movimento che ha come obiettivo di migliorare la qualità della vita delle persone attraverso la progettazione. Membro del Ciam, dell’Inu, Accademico di Santa Lucia, Socio onorario dell’Aia e membro dell’Istituto Scientifico del Cnr. Partecipa a numerosi congressi e commissioni internazionali sul problema della museografia moderna, tenendo conferenze presso varie istituzioni nazionali e internazionali. (3)

Nel 1964 Franco Albini, Franca Helg e il grafico Bob Noorda vincono il premio Compasso d’Oro per la segnaletica e allestimento Metropolitana Milanese (1962-1966), definito grande opera di design sociale.

Motivazione della giuria: “Premio assegnato per le particolari qualità del coordinamento architettonico e dell’organizzazione della segnaletica delle nuove stazioni della Metropolitana Milanese. Queste qualità si possono riassumere nello sforzo per qualificare direttamente, attraverso la comunicazione, l’ambiente architettonico; nell’approfondito studio dell’insieme dei segnali, dei loro rapporti gerarchici, della loro collocazione; nell’organizzazione tecnologica e dimensionale delle superfici interne dei vari ambienti, tesa senza impoverimenti all’unificazione dei vari elementi; nel contrappunto dei materiali”. (4)

Dal 1977, dopo la morte del grande maestro lo Studio si avvale della collaborazione di Franca Helg, Antonio Piva e Marco Albini.

Design

“I dettagli fanno la perfezione e la perfezione non è un dettaglio” Leonardo da Vinci

  • 1950 – Poltrona “Luisa” per Poggi – Franco Albini

La poltrona Luisa vince il Premio Compasso d’oro nel 1955, è presente nelle collezioni permanenti del: Moma a New York e al Museo del Design della Triennale di Milano. Oggi prodotta da Cassina.

La poltrona Luisa di Franco Albini(1950 – Poltrona “Luisa” per Poggi – Franco Albini – Photo courtesy: Pinterest)

  • 1952 – Poltrona “Fiorenza” per Arflex – Franco Albini

Due viste della Poltrona Fiorenza per Arflex(1952 – Poltrona “Fiorenza” per Arflex – Franco Albini Photo courtesy: Arflex)

  • 1957 – Libreria “LB7” per Poggi – Franco Albini

La libreria a parete LB7

(1957 – Libreria “LB7” per Poggi – Franco Albini – Photo courtesy: Pinterest)

  • 1961 – Televisore “Orion” per Brionvega – Franco Albini – Franca Helg

Design delle lampade

Nel 1963 Albini-Helg progettano la lampada da tavolo modello “524” per Arteluce, azienda di Gino Sarfatti. Otto elementi diffondenti di perspex trasparente formano una struttura a spicchi che è possibile afferrare e spostare mediante un anello metallico cromato. I nuovi materiali forniscono un contributo decisivo al settore dell’illuminazione.

  • 1938 – Lampada da terra “Mitragliera” – Franco Albini

Dettaglio della lampada Mitragliera(1938 – Lampada da terra “Mitragliera” – Franco Albini – Photo courtesy: Pinterest)

  • 1963 – Lampada da tavolo “524” per Arteluce – Franco Albini – Franca Hegl

525, una lampada da tavolo per Arredoluce(1963 – Lampada da tavolo “524” per Arteluce – Franco Albini – Franca Helg – Photo courtesy: Catalogo Arteluce)

Nel 1968 Franco Albini, Franca Helg e Antonio Piva disegnano una serie di lampade “AM/AS” per Sirrah. Sirrah (il cui nome viene da una lucente costellazione) è un’azienda del settore illuminotecnico nata a Imola che esordisce alla Triennale di Milano del 1968 con la serie di lampade progettate da Albini-Helg-Piva. Inizia così una collaborazione. Acquisita nel 1994 da iGuzzini. La serie di lampade è caratterizzata dal particolare innesto del diffusore a morsetto universale e da un’estrema componibilità, per cui con pochi elementi è possibile realizzare svariati modelli da terra, da tavolo, da sospensione e da parete. I modelli “AM2Z” e “AM2P” ridefiniscono con eleganza basi, piantana ma soprattutto le due versioni storiche del diffusore, a semisfera e a calice. (5) La serie è prodotta dal 2008 dall’azienda Nemo Lighting.

  • Lampada da tavolo “AM1N” per Nemo – Franco Albini – Franca Hegel – Antonio Piva – Marco Albini

Un'altra lampada progettata da Franco Albini e Franca Helg, AM1N(Lampada da tavolo “AM1N” per Nemo – Franco Albini – Franca Helg – Antonio Piva – Marco Albini – Photo courtesy: Nemo)

  •  Lampada a sospensione “AS41C” per Nemo – Franco Albini – Franca Hegel – Antonio Piva – Marco Albini

La lampada a sospensione AS41C per Nemo(Lampada a sospensione “AS41C” per Nemo – Franco Albini – Franca Helg – Antonio Piva – Marco Albini – Photo courtesy: Nemo)

  • Lampada da tavolo “AS1C” per Nemo – Franco Albini – Franca Hegel – Antonio Piva – Marco Albini

La lampada da tavolo AS1C(Lampada da tavolo “AS1C” per Nemo – Franco Albini – Franca Helg – Antonio Piva – Marco Albini – Photo courtesy: Nemo)

  • Lampada da terra “AM2Z” per Nemo – Franco Albini – Franca Hegel – Antonio Piva – Marco Albini

La lampada da terra AM2Z per Nemo(Lampada da terra “AM2Z” per Nemo – Franco Albini – Franca Helg – Antonio Piva – Marco Albini – Photo courtesy: Nemo)

Architettura

La progettazione ha origine, spesso, da un semplice dettaglio che solo in apparenza è indipendente, ma che invece deve potersi assemblare perfettamente con tutti gli altri elementi seguendo “una sola logica”. Si parte da uno studio rigoroso dei singoli pezzi e si arriva al disegno globale. Questo modo di procedere viene applicato a tutte le tipologie di lavoro: dalla semplice produzione di oggetti di design alla progettazione di edifici. Tra i progetti citiamo villa Pestarini a Milano (1038), il quartiere “Fabio Filzi” a Milano (1936-1938), il progetto del restauro di Palazzo Rosso a Genova (1952 – 1962). “È il caso di Albini a Palazzo Bianco, a Palazzo Rosso e nel suo Convento di San Agostino a Genova, oppure nel più tardo Museo Civico degli Eremitani a Padova. L’incontro tra esistente e nuovo è risolto con estremo rigore e raffinatezza, creando un equilibrio, dove, da un lato, si sente la mano di Albini Designer nell’allestimento museografico, dall’altro lo “stile” naturale dell’arredo non disturba le opere esposte e la natura dell’architettura esistente”. (6)

L’allestimento del Salone d’Onore per la X Triennale di Milano (1954), la Rinascente di Roma (1957-1960), negozio Olivetti a Parigi (1958), Museo di Sant Agostino a Genova (1963-1979), le Nuove Terme Luigi Zoja di Salsomaggiore (1964 – 1967).

La facciata della Rinascente di Piazza Fiume a Roma
(Rinascente a Roma – Franco Albini – Franca Helg – Photo courtesy: Pinterest)

Bibliografia:
(1) http://www.fondazionefrancoalbini.com/franco-albini/
(2) https://www.corriere.it/bello-italia/notizie/cento-anni-fa-nasceva-franca-helg-gran-dama-dell-architettura-2002a428-83f6-11ea-ba93-4507318dbf14.shtml
(3) Anty Pansera, Dizionario del design italiano, Milano, 1995, Cantini Editori
(4) https://www.adi-design.org/upl/CdO_STORICO/CdO%20storico%20MOTIVAZIONI/Motivazioni_1964.pdf
(5) Alberto Bassi, La luce italiana, Milano, 2003, Electa
(6) Giorgio Muratore, Alessandra Capuano, Francesco Garofalo, Ettore Pellegrini, Guida all’Architettura Moderna, Bologna, 1988, Zanichelli

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Questa sezione è dedicata al design e alla storia dell'architettura. Cercheremo con l'analisi storica di capire i bisogni attuali e quali saranno gli obiettivi futuri. Inoltre parleremo dei concorsi, le porte di accesso al mercato del lavoro, delle associazioni di settore e dell'indotto reale dietro le multinazionali produttrici di lampade.

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