Il progetto illuminotecnico del Percorso Gonzaghesco di Mantova, si confronta con tematiche complesse: storico architettonico (dal Medioevo a oggi), ambientale, antropologico, sociale, funzionale e di servizio. L’illuminazione, deve assolvere anche problemi funzionali, dove la funzione non è solo risoluzione di problemi pratici e normativi, ma è anche e soprattutto servizio alla lettura ed al godimento dei suoi straordinari tesori. Questa complessità porta alla formazione di un gruppo di progettazione volutamente interdisciplinare, che unisce il Lighting Designer ad altre competenze. Il progetto ideato da Tea e dal Comune di Mantova per “ricostruire con il mezzo della luce, un percorso che attraversi la città e ne valorizzi i luoghi e gli edifici di maggior interesse storico e culturale, utilizzando apparecchi e soluzioni in grado di inserirsi armoniosamente nel contesto urbano. Il tragitto dalla reggia di Palazzo Ducale, si snoda per circa 2.200 metri sino a Palazzo Te. Il progetto annette il Rio dal Lago superiore fino a Porta Catena. Il Ponte di San Giorgio, ingresso alla città, sostituisce all’illuminazione su palo un sistema di apparecchi a colonna, che liberano la vista prospettica di Castello San Giorgio e della Cavallerizza. Questo intervento vede come protagonista l’utilizzo di un nuovo sistema innovativo: il prospetto dei Palazzi e delle Chiese è illuminato con proiettori per composizione di fasci. Un nuovo modo di leggere il progetto di illuminazione delle facciate. Più proiettori di dimensioni ridotte, per composizione di fasci garantiscono una migliore un’uniformità di illuminamento, senza dispersione di flusso luminoso. Risultato difficile da raggiungere con meno apparecchi di dimensioni maggiori. La collocazione della batteria di proiettori posizionata nella facciata antistante, non visibile, è nascosta il più possibile alla vista. Il sistema per composizione di fasci è stato utilizzato anche per l’illuminazione di Chiese e luoghi di culto come la Chiesa Spasa na Krovi a San Pietroburgo.
Collaborazioni:
Architetto Pier Luigi Cerri
Architetto Alessandro Colombo, Tea
Foto Courtesy:
Piero Castiglioni
Anno:
2002
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Museo d'Orsay, l'architettura diventa un grande dispositivo di illuminazione, i riflessi delle lampade su pareti e soffitti creano una luce uniforme senza ombre. Gruppi di proiettori a Palazzo Grassi ricordano un piccolo campo da calcio. Qui nasce un nuovo tipo di dispositivo di illuminazione, lampade con riflettore e supporto articolato danno vita al "Cestello". Spas Na Krovi è il perfezionamento del progetto di Mantova. L'aggregazione dei fasci di luce consente la riduzione delle dimensioni del dispositivo e il controllo di dispersione della luce.