Nel dicembre del 1979 il Teatro Comunale di Firenze incarica Bruno Munari di progettare uno spettacolo di luce per il concerto di Scriabin Prometeo, che sarà eseguito nello stesso teatro nel marzo 1980. “Considerando questa richiesta come un progetto di design, Munari chiama a partecipare alla progettazione Davide Mosconi, musicista, e Piero Castiglioni, esperto di lighting design. La partecipazione degli esperti è indispensabile alla riuscita di un progetto. Nelle intenzioni di Scriabin i suoni e le luci devono provocare simultaneamente nel pubblico una “attenzione diversa”, come risulta nelle sue annotazioni. La luce violentemente gialla delle lampade a vapore di sodio. La cosiddetta luce nera, o luce Wood, in realtà è di un bellissimo colore cupo e rende l’atmosfera come una nebbia viola. Lampade stroboscopiche come tanti lampi in continuazione, le saldatrici elettriche ad arco voltaico e infine i fili incandescenti al nikelcromo, usati per la prima volta da Livio Castiglioni nel soffitto alto dello scalone della Triennale di Milano. Ognuna delle sorgenti di luce è stata utilizzata per il proprio colore. La tecnologia scandiva il tempo della modificazione cromatica della luce”. Dal libro “Uno spettacolo di luce”, Piero Castiglioni, Davide Mosconi, Bruno Munari, quaderni di design, 1984, Zanichelli, Bologna. La progettazione illuminotecnica nel campo della scenografia teatrale sottolinea due aspetti interessanti: il primo, che la luce, in teatro appartiene a una dimensione eminentemente tecnica; il secondo, che appartenga a una dimensione eminentemente visiva. Qualità fondamentali della luce dal punto di vista teatrale sono la sua capacità di costruire in senso drammatico e poetico, di produrre senso, di creare azioni, emozioni, reazioni.
Team members:
Bruno Munari, Davide Mosconi
Foto courtesy:
Piero Castiglioni
https://www.petruccimarco.it/project-view/firenze-teatro-comunale-uno-spettacolo-di-luce/
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