L’Illuminazione dei musei è un tema nevralgico nella progettazione illuminotecnica. Il lighting designer pone la luce al servizio delle opere d’arte. Lo spazio dedicato all’esposizione rappresenta il caso applicativo dove è più rilevante l’importanza della luce. Il progetto di lighting design si conferma negli anni ottanta come uno degli strumenti fondamentali per la definizione di un nuovo approccio allo spazio espositivo museale, che ne diventa uno dei campi privilegiati di sperimentazione. Si evolve l’idea stessa di museo, uno spazio culturale multifunzionale dove convivono diverse attività. Sul rapporto luce e opere si esprimono diverse figure professionali (spesso con opinioni divergenti, poiché nascono delle collaborazioni tra i soprintendenti, i direttori dei musei, i curatori, i conservatori, i tecnici, gli architetti. Come noto l’Architetto Piero Castiglioni si dedica all’inizio della sua professione, alla progettazione degli spazi espositivi iniziando con Musée d’Orsay. In questo caso specifico, interviene a Vienna. La città viennese celebra Wolfgang Amadeus Mozart con una grande mostra, organizzata all’interno del Kunstlerhaus che ospita materiali di genere eterogeneo: quadri e incisioni, sculture, strumenti musicali, spartiti, carteggi, oggetti di uso quotidiano, testimonianze dell’epoca. Ospita anche la ricostruzione di sei scenografie delle opere del musicista. Si articola in un percorso guidato, costruito da muri longitudinali paralleli che ospitano le vetrine. Questi sono legati da strutture reticolari in legno all’interno delle quali corrono anche i canali per la diffusione sonora. Il percorso viene accompagnato, infatti, dall’ascolto delle opere di Mozart. L’illuminazione di interni prevede di fissare sulla struttura gli apparecchi di illuminazione. Questi, appositamente progettati e prodotti in piccola serie, sono costituiti da elementi in rame che supportano uno snodo cardanico per consentire la massima orientabilità delle sorgenti. Questo apparecchio semplice e mobile costituisce l’elemento principale dell’illuminazione museale di tutta l’esposizione sia per le pareti che per le vetrine.
Team members:
Gae Aulenti Architetti
Foto courtesy:
Piero Castiglioni
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Museo d'Orsay, l'architettura diventa un grande dispositivo di illuminazione, i riflessi delle lampade su pareti e soffitti creano una luce uniforme senza ombre. Gruppi di proiettori a Palazzo Grassi ricordano un piccolo campo da calcio. Qui nasce un nuovo tipo di dispositivo di illuminazione, lampade con riflettore e supporto articolato danno vita al "Cestello". Spas Na Krovi è il perfezionamento del progetto di Mantova. L'aggregazione dei fasci di luce consente la riduzione delle dimensioni del dispositivo e il controllo di dispersione della luce.