Il debutto nelle edicole è a Milano, il primo agosto 1865: il giornale “Il Sole”, dedicato all’economia, è l’espressione di una borghesia liberale e innovatrice, voluto dal commerciante di stoffe Gaetano Semenza, dai fratelli imprenditori della seta Penocchio e dall’editore Francesco Vallardi. Il “24 Ore” nasce il 12 settembre 1946, nella stessa giornata in cui riapre la Fiera di Milano dopo la guerra, dall’entusiasmo di Piero Colombi che conta tra le proprie firme economisti come Libero Lenti, Roberto Tremelloni, Federico Maria Pacces e un giovanissimo Eugenio Scalfari. Il processo di fusione tra le due testate avviene in modo naturale e il primo numero del “Sole 24 Ore” viene distribuito nelle edicole italiane il 9 novembre 1965. Oggi principale quotidiano economico italiano. L’intervento nasce come operazione di ristrutturazione di un complesso industriale preesistente. L’obiettivo è creare un edifico che dialoghi con la città e che crei un nuovo tessuto urbano che sia al servizio della città. Per sottrazione si sono alleggeriti i volumi, attraverso la demolizione di alcune parti. “Si sottolineano sempre nelle mie architetture i caratteri della leggerezza, della trasparenza: ma vorrei ricordare anche la funzionalità, la praticabilità, la possibilità di ispezioni agevoli come quelle che un meccanico potrebbe fare con la sua vettura. A proposito della nuova sede il Sole 24 Ore mi piace sottolineare un aspetto che forse non è abbastanza preso in considerazione; l’interno è come una macchina: nei piani alti, per esempio, il soffitto è tutto apribile, decappottabile come un’automobile. È certo una macchina con un intrinseco valore tecnico, ma esprime anche la tensione a produrre uno spazio collettivo, aperto alla strada e al contesto”. Renzo Piano (Intervista di Fulvio Irace a Renzo Piano, Genova, 16 Marzo 2004) Nelle ore notturne l’edificio diventa trasparente e luminoso, mostra all’esterno gli ambienti e il lavoro che vi si svolge. Renzo Piano ha scelto come consulente per il progetto illuminazione Piero Castiglioni. Apparecchi di illuminazione appositamente studiati, installati a parete o a sospensione producono luce indiretta uniforme, di grande comfort visivo nel rispetto dalle normative, adatta per un Headquarter. Gli spazi comuni, la hall, la mensa sono illuminati con proiettori orientabili a sospensione, disegnati dallo stesso Piano come sospese sono le sculture “mobiles” di Shingu.
Team members:
Renzo Piano Building Workshop
Foto courtesy:
Vieri Bottazzini
Altri Progetti Master
Museo d'Orsay, l'architettura diventa un grande dispositivo di illuminazione, i riflessi delle lampade su pareti e soffitti creano una luce uniforme senza ombre. Gruppi di proiettori a Palazzo Grassi ricordano un piccolo campo da calcio. Qui nasce un nuovo tipo di dispositivo di illuminazione, lampade con riflettore e supporto articolato danno vita al "Cestello". Spas Na Krovi è il perfezionamento del progetto di Mantova. L'aggregazione dei fasci di luce consente la riduzione delle dimensioni del dispositivo e il controllo di dispersione della luce.