Nel 1859, il Comune indisse un concorso internazionale al quale parteciparono 176 architetti dove vinse Giuseppe Mengoni, il quale propose una lunga galleria attraversata da un braccio, con al centro dell’incrocio una grande “sala” ottagonale: la copertura prevedeva un’ossatura in ferro e il resto in vetro. I due ingressi principali, quelli del braccio più lungo, previdero inoltre due grandi archi trionfali. Nel 1865 iniziarono i lavori con la posa della prima pietra da parte di re Vittorio Emanuele II di Savoia e due anni più tardi si inaugurò la galleria, anche se non completamente terminata. Nel 1885 la Società Edison inizia la modernizzazione di Milano con la distribuzione di energia elettrica: la città viene illuminata con lampade ad arco, dando ai cittadini l’orgoglio di rivendicare il primato mondiale per l’uso di energia elettrica per l’illuminazione pubblica.
La Galleria con i suoi caffè divenne ben presto il salotto di Milano, e nel 1910 il pittore futurista Umberto Boccioni dipingerà il movimento delle persone che la animavano nella tela Rissa in galleria. Durante la seconda guerra mondiale, nelle notti del 13 e del 15 agosto 1943, la galleria venne colpita dai bombardamenti aerei alleati che causarono distruzioni devastanti, la Galleria venne gravemente danneggiata: la ricostruzione post-bellica mantiene l’aspetto precedente, i lampadari originali ad incandescenza andati distrutti vengono sostituiti da una serie di proiettori nascosti nella balconata che corre perimetrale nella parte superiore della Galleria.
Il “piano urbano della luce 2000”, prevede la riqualificazione, l’adeguamento normativo, estetico e funzionale di diverse zone del centro storico della città. Un attento studio del progetto originale architettonico e illuminotecnico, insieme con gli sviluppi tecnologici introdotti nel corso degli anni, ha portato alla decisione di mantenere l’immagine generale concepita da Mengoni circa 150 anni fa e realizzata con la tecnica più avanzata allora a disposizione: il gas! I globi a parete utilizzati per l’illuminazione generale della passeggiata e della parte inferiore della galleria sono stati mantenuti, così come il sistema esistente per l’illuminazione generale delle parti superiori delle facciate, della cupola centrale e delle volte. Lampade ad alogenuri metallici di nuova tecnologia con bruciatore ceramico sono state installate nei 148 nuovi proiettori di piccole dimensioni con ottica asimmetrica utilizzati per l’illuminazione della fascia alta con puntamento diretto dalla balconata verso la facciata prospiciente, per evidenziare la struttura della cupola centrale, le decorazioni delle lunette e l’orologio.
A Milano l’Architetto Piero Castglioni ha dato la giusta luce a molteplici spazi architettonici di rilevanza storica e culturale, tra i quali la Sala Alessi a Palazzo Marino, la Stazione Ferroviaria Cadorna, Libreria di Brera, il Teatro dell’Arcimboldi con l’Architetto Vittorio Gregotti, l’Area Portello, il Complesso Garibaldi – Porta Nuova e City Life.
Progetto:
Lighting Design Piero Castiglioni
Collaborazioni:
A.E.M.
Foto Courtesy:
Simion
Anno:
2000
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Museo d'Orsay, l'architettura diventa un grande dispositivo di illuminazione, i riflessi delle lampade su pareti e soffitti creano una luce uniforme senza ombre. Gruppi di proiettori a Palazzo Grassi ricordano un piccolo campo da calcio. Qui nasce un nuovo tipo di dispositivo di illuminazione, lampade con riflettore e supporto articolato danno vita al "Cestello". Spas Na Krovi è il perfezionamento del progetto di Mantova. L'aggregazione dei fasci di luce consente la riduzione delle dimensioni del dispositivo e il controllo di dispersione della luce.